Sporge un reclamo il Beuc, l’Organizzazione Europea dei Consumatori, alla Commissione Europea e alla Rete di cooperazione per la tutela dei consumatori contro TikTok. Il social network, che riscuote un grande successo fra bambini e adolescenti, è accusato di non tutelare adeguatamente gli utenti da contenuti inappropriati, pubblicità occulta e di violarne numerosi diritti. Insieme al Beuc, le organizzazioni di consumatori di 15 Paesi del network, fra cui Altroconsumo in Italia, si sono rivolte alle autorità – in Italia, il Garante privacy e l’Autorità garante della concorrenza e del mercato – chiedendo di indagare sulla condotta del social.
Già nel 2019, ricorda una nota di Altroconsumo, la stessa associazione italiana aveva chiesto l’intervento del Garante privacy poiché TikTok consentiva l’iscrizione dei minori fino a 13 anni senza il consenso dei genitori, come invece previsto dal Regolamento europeo per la protezione dei dati personali.
Alla luce di una nuova ricerca del Beuc, oggi TikTok “torna ad essere accusato per il mancato rispetto di numerosi diritti degli utenti, come la poca trasparenza delle condizioni d’uso e le pratiche di marketing scorrette che colpiscono maggiormente bambini e adolescenti: clausole vessatorie nei Termini di Servizio che si presentano poco chiari”.
E ancora si rilevano “clausole vessatorie e pratiche commerciali scorrette nella Politica per gli articoli virtuali che include, tra le altre cose, carenza di chiarezza delle informazioni precontrattuali e assenza di un meccanismo efficace di autorizzazione che prevenga abusi del sistema di pagamento in-app” utilizzato per acquistare le “monete virtuali” di TikTok. La mancata adozione di misure efficaci per tutelare gli utenti, “tra i quali ricordiamo numerosi bambini e adolescenti, dalla pubblicità occulta delle aziende, attraverso influencer, e da contenuti potenzialmente dannosi”.
Ivo Tarantino, Responsabile Relazioni Esterne Altroconsumo, sottolinea che “TikTok conta oltre 800 milioni di utenti in tutto il mondo, molti dei quali bambini o adolescenti. Riteniamo fondamentale che il social network agisca nel totale rispetto dei diritti degli user, specialmente i più piccoli e indifesi”.
“Con questa nuova tappa della nostra battaglia, diamo seguito alle denunce già effettuate qualche anno fa e chiediamo alle autorità di continuare a vigilare e intervenire, come già ha fatto nelle scorse settimane il Garante privacy italiano. Aderiamo quindi all’invito del Comitato europeo per la protezione dei dati di creare una task force dedicata per la tutela europea dei diritti degli utenti deboli” conclude.