“L’incremento dei casi ormai è visibile sia dai numeri sia dai primi segnali nei pronto soccorso. Appare plausibile che la variante inglese diventi dominante entro 3-4 settimane. E questo fa ritenere che raggiungeremo un nuovo picco di casi a metà marzo. Inoltre, visto che contagia molto di più i minori, bisogna prendere in considerazione l’ipotesi di tornare alla didattica a distanza in tutte le scuole”.
Così il professor Massimo Andreoni, direttore scientifico di Società italiana di Malattie infettive, primario di Malattie Infettive al Policlinico Tor Vergata di Roma, a Il Messaggero.
“Partiamo da un dato – spiega -: questa è una fase cruciale dell’epidemia, perché è partita la campagna vaccinale, speriamo che presto si possa avviare quella di massa. Può essere complicato in una situazione di sostenuta circolazione del virus, perché ci sono dei rischi di contagio nelle aree dove concentri le persone per la somministrazione. Inoltre, c’è il problema dell’ “immune escape”: se un virus circola abbondantemente nella popolazione in cui, con i vaccini, si sta sviluppando la risposta anticorpale, questo può facilitare la comparsa di ceppi virali che magari hanno una minore capacità replicativa e in una condizione normale avrebbero minore probabilità di prevalere”.
“Ultimo problema – conclude -: rischi di vaccinare persone asintomatiche che sono in realtà già infettate e manifestano i sintomi successivamente alla iniezione. Questo può alimentare dubbi, ingiustificati, nella popolazione sull’efficacia del vaccino”.