Cgil, Cisl e Uil assieme alle federazioni di categoria Flai, Fai e Uila insorgono contro l’attacco ai forestali contenuto nel piano antincendi 2021.
Si legge in una nota congiunta che: “L’attività antincendio è oggi allo sfascio. Si ragioni su cosa è successo e su chi ne è responsabile e al riguardo la risposta è certa: le responsabilità sono della politica e dell’amministrazione che oggi non trova di meglio da fare che creare una frattura con un’intera categoria perdendo ogni residua credibilità”.
I sindacati sottolineano che “negli ultimi anni il servizio antincendio, uno dei più efficienti d’Europa, avvistamento e repressione praticati dai lavoratori OTD e dal corpo forestale, è stato destrutturato, basti pensare che il corpo forestale è passato da 1.100 addetti a solo 350. Manca dunque un efficace presidio del territorio – affermano – per impedire e segnalare tempestivamente gli incendi e le scorribande della mafia dei pascoli”.
Alfio Mannino e Tonino Russo, Sebastiano Cappuccio e Pierluigi Manca, Claudio Barone e Nino Marino aggiungono: “Nel piano c’è alla fine una sorta di autocertificazione della regione delle proprie responsabilità, nel momento in cui si tace sui ritardi dell’avvio della campagna di prevenzione incendi, che tanto sono costati l’anno scorso al territorio e all’ambiente della Sicilia, mentre ci si appresta a replicare anche quest’anno, con una gara per i mezzi bloccata dal Tar”.
Per i sindacati, quella assunta dalla Regione, è dunque senza dubbi “una posizione strumentale su cui occorrerebbe fare chiarezza, per restituire anche credibilità all’ente regolatore che tace sul fatto che non c’è più un controllo del territorio, che l’attività antincendio soffre da anni degli stessi problemi in mancanza di una riforma che li risolva e criminalizza un’intera categoria”.
E concludono: “Ci chiediamo inoltre senza volere nascondere qualche caso all’attenzione della magistratura dove ci conduca una mancanza di autocritica e di una progettualità che possa far superare i problemi che esistono”.