Legambiente ha incontrato l’assessore all’Energia Daniela Baglieri alla quale è stato presentato il Decalogo +1 per decarbonizzare la Sicilia entro il 2040.
11 proposte di interventi in settori strategici –dall’efficientamento energetico all’idrogeno verde- per far diventare la Sicilia leader delle fonti rinnovabili, ma per questo occorre che venga approvato al più presto il PEARS, ponendosi obiettivi di riduzione delle emissioni in linea con gli obiettivi europei necessari per contrastare l’emergenza climatica.
“Occorrono strumenti normativi e regolatori – dichiara Edoardo Zanchini, vice presidente di Legambiente Nazionale, presente all’incontro – che accelerino lo sviluppo delle rinnovabili, attraverso procedure di semplificazione e trasparenza e di accesso al credito che rendano più facile, ad esempio, l’installazione del fotovoltaico sui tetti degli edifici non vincolati anche nei centri storici e nelle isole minori e che favoriscano la diffusione delle comunità energetiche”.
Un approfondimento particolare è stato poi dedicato alla produzione di energia rinnovabile da fotovoltaico a terra, in particolare in area agricola su cui si stanno concentrando centinaia di richieste di autorizzazioni. “In assenza del decreto di individuazione delle aree non idonee per l’installazione di impianti fotovoltaici – dichiara Anita Astuto responsabile energia e clima di Legambiente Sicilia- e di linee guida che definiscano i criteri secondo cui un impianto fotovoltaico in area agricola possa definirsi agrivoltaico, si sono aperte delle praterie inaccettabili anche per chi come noi ritiene improcrastinabile la transizione energetica verso un modello di sviluppo fondato sulle fonti rinnovabili che soppianti l’era del fossile. Riteniamo che per disinnescare questo assalto alle aree agricole, alcune delle quali anche di grande pregio paesaggistico e naturalistico – insiste Anita Astuto- è necessario incentivare gli impianti solari integrati nelle produzioni agricole senza ulteriore consumo di suolo e l’utilizzo della superficie disponibile nelle aree SIN, nelle discariche esaurite, nella cave e miniere esaurite, e anche nelle aree industriali e artigianali”.