Sono, invece, 231 i Comuni che hanno superato il 65% di raccolta differenziata, 61 in più rispetto all’anno precedente, e che rappresentano il 60% dei Comuni siciliani con oltre 2 milioni di cittadini residenti. Un grande balzo in avanti che riguarda tanti piccoli Comuni, tra i quali svetta Mirto con il 91,10%, medi e grandi comuni, come Marsala, la quinta città siciliana con 80 mila abitanti e il 76% di raccolta differenziata, ma riguarda anche comuni Capoluoghi di provincia, come Ragusa con il 71,5% Agrigento con il 70,6% ed Enna con il 65,6%. “Sono indubbiamente risultanti incoraggianti che ci indicano che siamo nella direzione giusta – dichiara Tommaso Castronovo, responsabile rifiuti ed economia circolare di Legambiente Sicilia. È importante quindi accelerare verso questa direzione e mantenere una rotta nella quale i comuni devono continuare a svolgere insieme ai cittadini un ruolo straordinario”.
Complessivamente, la raccolta differenziata in Sicilia, anche nel 2021, si attesta sotto il 50% (48,7%), confermando la Sicilia fanalino di coda tra le regioni italiane. A pesare sul risultato complessivo concorrono sempre di più Catania e Palermo, che ne 2021 si attestano sotto il 15% (Catania 11% e Palermo 15%) e che, insieme a Messina (43%) e Siracusa (49,8%), sono i maggiori azionisti delle discariche siciliane, conferendo oltre il 50% dei rifiuti indifferenziati prodotti complessivamente in Sicilia. “Che sia possibile migliorare comunque queste performance, anche rapidamente, – conclude Castronovo- è dimostrato proprio guardando a quello che è successo in questi anni anche in città di grandi dimensioni come a Messina, durante i quali le cattive abitudini degli utenti, a lungo alimentate da una cattiva gestione dei servizi di raccolta e da interessi opachi, sono state scalzate nel segno della responsabilità”.