La Regione avvia la battaglia contro l’inquinamento dei fiumi, sempre più invasi dai rifiuti, a causa dell’inciviltà di chi non tiene conto delle devastanti conseguenze che un comportamento di simile può avere sull’intero ecosistema.
Lo fa avviando un programma sperimentale triennale di recupero delle plastiche nei fiumi maggiormente interessati da tale forma di inquinamento, anche attraverso la messa in opera di strumenti galleggianti.
L’occasione viene fornita dalla cosiddetta legge “Salvamare” del 2022, che destina alla Sicilia 250 mila euro per la realizzazione di sistemi di intercettazione e cattura di rifiuti in plastica, galleggianti negli alvei dei corsi d’acqua dell’Isola.
L’Autorità di bacino della Presidenza della Regione, destinataria del finanziamento, pubblica un avviso allo scopo di individuare i soggetti gestori di riserve naturali interessate da corsi d’acqua perenni e in prossimità di zone costiere (foci di fiumi, torrenti, canali, ecc.) e tutti i Comuni i cui corpi idrici superficiali ricadano nell’area della cosiddetta “Rete Natura 2000” (Siti di importanza comunitaria-Sic, Zona a protezione speciale-Zps, Zona speciale di conservazione-Zsc), per i quali siano già manifesti i problemi dei rifiuti in plastica, galleggianti in alveo, che da monte giungono nelle aree di sbocco in mare.
In pratica, potrà essere organizzata una rete di “trappole” per la cattura della plastica presente nei fiumi in modo da non inquinare i mari e non far pervenire le pericolose microplastiche alla fauna ittica, con evidenti vantaggi anche per la catena alimentare.