Una porta d’accesso al patrimonio culturale del territorio del Valdemone, con un percorso espositivo che valorizza le peculiarità e le risorse storiche di questa parte della Sicilia. Domani, 20 maggio, si inaugura a Castel di Tusa, nel Messinese, il Centro servizi e sviluppo dell’Ecomuseo dei Nebrodi occidentali, finanziato nell’ambito del Po Fesr 2007-2013 e facente parte del Parco archeologico di Tindari.
Interverranno l’assessore ai Beni culturali, il dirigente generale del dipartimento regionale, il direttore del Parco archeologico di Tindari e i rappresentanti delle istituzioni locali.
Con questa nuova struttura viene messo a disposizione dei turisti un visitor center, per mettere a sistema un’offerta qualitativamente unica e caratteristica come quella di tutto il territorio interessato. Una sorta di circuito integrato che comprende il patrimonio culturale ricadente nei nove Comuni che fanno parte dell’Ecomuseo dei Nebrodi occidentali (Tusa, Pettineo, Castel di Lucio, Motta d’Affermo, Mistretta, Reitano, Santo Stefano di Camastra, Caronia, Capizzi): dal sito di Alesa Arconidea, l’antica città greco-ellenistica, con l’annesso Museo archeologico “Giacomo Scibona”, ad altre realtà quali il complesso architettonico Badìa, a Tusa, il sito archeologico dell’antica Kalè Akté (Caronia), il Castello di Castel di Lucio, il Museo regionale delle tradizioni silvo-pastorali “Giuseppe Cocchiara” di Mistretta, l’articolato percorso territoriale della Fiumara d’Arte (Tusa, Castel di Lucio, Mistretta, Reitano, Motta d’Affermo), la Masseria fortificata di Migaido, gli “stazzi” della ceramica e l’impianto urbanistico di S. Stefano Camastra, il santuario del Letto Santo, i boschi di Caronia e Capizzi.
Il nuovo centro espone una scelta esemplificativa dei manufatti provenienti dal comprensorio, tra i quali spiccano i corredi funerari da due sepolture di Motta d’Affermo (contrada Sorbo), l’elmo in bronzo da San Marco d’Alunzio, due lacerti di mosaico pavimentale, ritrovati in contrada Lancinè a Tusa, la copia della statua marmorea di Cerere dallo scavo dell’agorà di Alesa Arconineda.
Il percorso espositivo, inoltre, dispone di un’area didattica con pannelli mobili, schede tematiche, itinerari culturali, di una sala multimediale, di una saletta di proiezione e di un’altra interattiva-immersiva.