Stop al controllo preventivo da parte del Commissario dello Stato sulle leggi approvate dall’Ars. L’ha stabilito la Corte costituzionale. Era stata la stessa Corte a sollevare la questione di legittimità costituzionale. Secondo la Consulta, il “peculiare controllo è caratterizzato da un minor grado di garanzia dell’autonomia rispetto a quello previsto dall’articolo 127 della Costituzione”. Come nelle altre Regioni, il controllo di costituzionalità delle leggi sarà successivo.
Il primo Commissario dello Stato fu il prefetto Renato Vittorelli, che si insediò, con un decreto legislativo del capo provvisorio dello Stato (Dlcps), nel giugno del ’47. Da allora 19 prefetti si sono susseguiti nella carica e
attualmente l’ufficio di piazza Principe di Camporeale, a Palermo, è guidato da Carmelo Aronica.
Relatore dell’ordinanza che mette fine all’ufficio del Commissario dello Stato è il giudice costituzionale Sergio Mattarella. Nell’ordinanza la Consulta ha richiamato l’abolizione, avvenuta nel ’57, dell’Alta corte per la Sicilia, i cui poteri – tra questi la competenza, mai applicata, sui reati penali del presidente della Regione e della giunta – furono assorbiti dalla Corte costituzionale. Intanto, il presidente dell’Assemblea regionale siciliana,
Giovanni Ardizzone, sottolinea che “l’abrogazione del controllo preventivo delle leggi regionali non potrà dare al parlamento siciliano libertà di legiferare senza limiti. Al contrario, la sentenza della Corte costituzionale assegna maggiore responsabilità a Governo e Ars in fase di proposizione e approvazione delle norme”. Ma tutti, anche chi non ha accolto di buon grado la decisione della Consulta, ritengono indispensabile una riforma dello Statuto autonomista, che risale al 15 maggio 1946.
Ansa