Il presidente di Confcommercio Sicilia Gianluca Manenti, il presidente di Confcommercio Catania e della Camera di Commercio del Sud Est Pietro Agen, il presidente di Confcommercio Trapani Pino Pace, che è anche presidente di Unioncamere, e il presidente regionale di FIPE Confcommercio Dario Pistorio iniziano, oggi, una protesta forte contro il blocco delle attività commerciali legate al sistema Confcommercio.
“Un gesto estremo per richiamare l’attenzione sullo stato di crisi in cui si trovano tutte le imprese del comparto commerciale, della ristorazione e dei servizi a seguito della pandemia – dice Pietro Agen – e che da mesi sono costrette a interrompere ogni attività, spesso senza ristori o con sostegni insufficienti. Siano scesi in piazza, abbiamo fatto sentire forte la nostra voce, ma evidentemente non è bastato. Siamo allo stremo e chiediamo solo di tornare a lavorare”.
Dario Pistorio è il presidente regionale di FIPE Confcomnercio. “Una protesta senza precedenti che parte dalla Sicilia per arrivare sui tavoli decisionali Governativi – ribadisce Pistorio – uno sciopero della fame a oltranza per tutte le attività di ristorazione ed eventi. Un grido di dolore che viene dalla Sicilia”.
Il presidente della Camera di Commercio del sud-est e di quella etnea punta il dito sui dati dei contagi che, a oggi, confermano la Sicilia tra le regioni italiane con il tasso di contagio da Covid-19 tra i più bassi in Italia, ma che si trova in zona arancione.
“La mortalità al nord Italia cresce fino al 19%, al centro e sud si attesta al 7%, ma noi siamo chiusi e loro no – puntualizza Agen – un dato che, francamente, lascia molto perplessi. Vogliamo una data certa senza insistere sulle giornate di apertura o chiusura. Non ci interessa che “lunedi forse qualcosa” dobbiamo dire al turista, italiano e straniero, quando potrà arrivare in Sicilia e che servizi, attivi, troverà”.
Una richiesta che fino a oggi, secondo i vertici siciliani di Confcommercio, è rimasta inascoltata. “Non vogliamo un liberi tutti, ma chiediamo regole che possano far tornare a una vita normale – ribadisce Agen – alla fine trentamila persone possono festeggiare su una pubblica piazza, ma 10 famiglie non possono andare a cenare insieme mi sembra una forzatura”.