La Regione Siciliana ha finanziato, attraverso la Struttura di contrasto al dissesto idrogeologico, interventi per complessivi 4,3 milioni di euro al fine di consentire la piena e sicura fruibilità di due aree del centro abitato di Alcara Li Fusi.
Si tratta del consolidamento di contrada Bellia e delle zone adiacenti per un importo di 1,8 milioni di euro e di quello del quartiere Cappuccini e della limitrofa zona del cimitero per 2,5 milioni di euro. I lavori consentiranno altresì la messa in sicurezza delle strade adiacenti che rappresentano le uniche vie di fuga e accesso all’area.
Per quanto attiene al consolidamento di contrada Bellia, la tipologia di intervento consiste nella realizzazione di canalette prefabbricate per la raccolta e lo smaltimento delle acque meteoriche, unitamente alla collocazione di una paratia di pali trivellati e gettati in opera del diametro di ottanta centimetri e della lunghezza di quattordici metri collegati in testa con cordolo in cemento armato.
Sul quartiere Cappuccini, porzione di abitato a nord del paese e che vanta la presenza d’immobili di carattere storico accanto a edificazioni civili, verrà invece costruito un muro di contenimento tirantato e una paratia di pali della lunghezza di 77 metri che metterà in sicurezza l’intero versante rispetto a cedimenti e scorrimenti non superficiali. Si interverrà inoltre lungo la stradella alternativa di collegamento fra l’area di contrada Cappuccini e la zona vicina al ponte sul torrente Rosmarino, nella quale verranno realizzati muri di sostegno, ma anche nelle aree a monte e a valle del cimitero in cui saranno effettuati interventi di manutenzione per rimediare al fenomeno delle fratture e traslazioni dei muri di sostegno perimetrali e alle lesioni presenti in diverse cappelle e loculi.
Considerare la vegetazione rimossa dai corsi d’acqua come una preziosa opportunità utilizzabile a fini energetici, soprattutto in un momento di estrema difficoltà contingente come quello che stiamo vivendo. È questo uno degli aspetti più importanti della direttiva emanata dal segretario generale dell’Autorità di bacino della Regione, Leonardo Santoro, con la quale si indicano le linee guida per snellire le procedure e incrementare la manutenzione negli alvei dei fiumi e dei torrenti della Sicilia.
Il provvedimento presenta un importante elemento di novità, rispetto al passato: il coinvolgimento e l’incentivo ai soggetti pubblici e privati, che possono garantire un significativo cambio di passo nell’affrontare la questione che spesso vede l’invasione vegetale dei corsi d’acqua soltanto come una fonte di potenziale pericolo al deflusso delle acque. Tema non secondario del provvedimento è, infatti, la possibilità di riutilizzo del materiale vegetale rimosso, che può essere asportato con una semplice comunicazione e assenso da parte dell’Autorità di bacino, anche da soggetti privati e del mondo produttivo e delle energie alternative. In quest’ultimo caso, ogni attività dovrà essere preventivamente autorizzata.
“In questo momento di grave contingenza energetica – dice l’ingegnere Santoro – l’utilizzo di una risorsa quale il riciclo dei residui della vegetazione spontanea fluviale, contribuisce significativamente a incentivare un settore, quello della trasformazione delle biomasse che in Sicilia, che può trovare, così, nuovi sviluppi. Le procedure innovative individuate nella direttiva – prosegue il segretario – non solo sburocratizzano le azioni di scerbatura in alveo, ma trasformano in un’importante risorsa per il settore produttivo delle energie ecosostenibili e della trasformazione e riutilizzo delle biomasse quello che fino a ieri era considerato soltanto un potenziale pericolo per la pubblica incolumità”.