Sono trascorsi tre anni dalla presentazione del primo testo all’Assemblea Regionale, con oltre 1400 emendamenti che gravano sulla ultima versione esitata dalla Commissione Ambiente, il disegno di legge sulla riforma degli ambiti territoriali ottimali, inserito all’ordine del giorno dell’ARS da più di due mesi, non farà altro che creare ritardi nell’applicazione della corretta gestione del ciclo dei rifiuti
Eppure, l’emergenza nel settore è sotto gli occhi di tutti e, nonostante i progressi registrati negli ultimi tre anni sulla raccolta differenziata, periodicamente la situazione ripiomba nel caos a causa della mancata applicazione della normativa vigente sia a livello regionale che nazionale, che ha comportato anche l’assenza di pianificazione e realizzazione degli impianti necessari e utili alla chiusura del ciclo dei rifiuti e del riciclaggio.
Sono questi i motivi che hanno spinto le associazioni ambientaliste, l’associazione dei comuni siciliani, le organizzazioni imprenditoriali e i sindacati del settore rifiuti e dell’economia circolare a promuovere un appello urgente rivolto ai deputati dell’Assembla Regionale Siciliana e al Governo regionale affinché intervengano prontamente sulla normativa vigente (la legge regionale 9/2010) con degli aggiustamenti puntuali sostanzialmente “dettati” dalla normativa nazionale e dalla necessità di conformarsi alle prescrizioni del Dlgs 152/2006.
Questi interventi non richiederebbero neppure una lunga discussione e permetterebbero in tempi brevi di poter inserire quei correttivi e quegli adeguamenti alla normativa vigente per consentire al sistema del ciclo dei rifiuti di avere certezza della norma. Consentirebbero, inoltre, di raggiungere gli obiettivi stingenti e sfidanti dettati dalle Direttive europee e nazionali sull’economia circolare.
In particolare, sono quattro le modifiche urgenti richieste dalle organizzazioni promotrici dell’appello e che, ne siamo ben consapevoli, non esauriscono ulteriori interventi politici e amministrativi necessari:
- adeguamento degli obiettivi all’ultima direttiva UE sull’economia circolare;
- trasformazione della natura giuridica delle SRR che dovrebbero diventare consorzi pubblici di comuni, così come nel resto del Paese;
- significativa riduzione del numero degli stessi ambiti secondo i criteri previsti dall’art.200, comma 1 del Dlgs 152/2006;
- abrogazione delle modifiche apportate con la l.r. n.3/2013 per riportare la titolarità delle competenze in capo agli ambiti ottimali, così come previsto dal Dlgs 152/2006.
Le organizzazioni che hanno promosso l’appello si sono impegnate nel continuare il confronto sul sistema del ciclo dei rifiuti e sull’economia circolare al fine di fornire ai deputati siciliani e al Governo regionale un contributo di idee e proposte unitarie che possano essere veramente utili ad uscire dall’emergenza e consentire di avviare, attraverso la partecipazione e il coinvolgimento dei soggetti interessati, una vera riforma del sistema del ciclo di “materia” che punti a rendere l’economia circolare una occasione di sviluppo e occupazione per la nostra regione.