Nel corso del Consiglio regionale dell’Ance Sicilia, Marco Falcone, assessore regionale all’Economia, ha affermato che, recuperando il ritardo accumulato nella scorsa legislatura, entro dicembre scorso sono stati emessi 17.524 mandati di pagamento alle imprese ed entro il 22 gennaio di quest’anno sono stati pagati anche i 440 mandati del dipartimento Infrastrutture che erano tornati indietro. “Adesso la puntualità dei pagamenti sarà la normalità alla Regione”, ha assicurato Falcone, spiegando che l’approvazione in anticipo della Finanziaria 2023 ha messo a disposizione dieci mesi e mezzo in un anno, e non più appena tre come in passato, per definire tutti gli iter amministrativi.
Infatti, ha puntualizzato l’assessore, “è già partito il riaccertamento dei residui del 2022, e questo è anche uno degli obiettivi che abbiamo posto ai nuovi dirigenti generali, quello di mettere in linea tutti i dipartimenti rispetto al riaccertamento dei residui, per avere subito un dato reale sul rendiconto e sulla liquidità di cassa”. Un lavoro che già oggi ha reso disponibili oltre 4 miliardi di euro in cassa e una riduzione di 700 milioni del disavanzo, che è sceso a 5,5 miliardi a fronte di pagamenti per 22 miliardi. Inoltre, è andata a regime l’informatizzazione dei pagamenti e questo rende ancora più celeri le procedure. “Il mancato pagamento sarà l’eccezione”, ha concluso l’assessore su questo punto.
Quanto alle opere pubbliche, Falcone, ricordando tutte le progettazioni preesistenti e già appaltate o con gare in corso, ha annunciato una “nuova visione” che porterà a finanziare, tra “Pnrr” e nuova programmazione comunitaria, non più una miriade di progetti frammentati, ma nuovi interventi “importanti”, che avranno effetti sull’economia e sullo sviluppo della Sicilia per i prossimi 30-50 anni, grazie anche ad un accordo con l’Istat che consentirà di rendere più aderenti alla realtà le previsioni statistiche che saranno contenute nel Defr. Oltre alla “madre di tutte le opere”, il Ponte sullo Stretto, con la Regione che è tornata ad avere un ruolo attivo, dato che detiene il 2,5% del capitale della società Stretto di Messina appena rimessa in esercizio dal governo centrale. Senza dimenticare, ha aggiunto Falcone, gli interventi nelle aree interne, per i quali c’è uno stanziamento di 1,5 miliardi, oltre ai nuovi lotti che porteranno a 21 i km realizzati della Nord-Sud.
Sul fronte del credito bancario, il responsabile dell’Economia ha invitato gli imprenditori edili a considerare l’opportunità offerta dal “Fondo Sicilia” gestito dall’Irfis-FinSicilia, che consente di erogare finanziamenti significativi, oltre che garanzie e protezioni, in caso di aggiudicazione di commesse impegnative. Infine, sulla vicenda dei crediti fiscali maturati in relazione ai vari bonus edilizi e bloccati presso banche e imprese, Falcone ha riferito della costante attenzione riservata dalla Regione all’evolversi della situazione. Il vaglio delle potenziali soluzioni locali deve, comunque, confrontarsi con l’iniziativa di ieri del governo nazionale tesa a ridurre l’impatto dei crediti d’imposta sul debito pubblico.