Mafia dei Nebrodi: 600 anni di carcere. Antoci: “Una sentenza che dà dignità al territorio”

Oltre 600 anni di carcere, 91 condanne, 10 assoluzioni e sequestro di beni per un valore di circa 4 milioni di euro: è l’esito del processo per la mafia del Nebrodi, contro il clan dei pascoli.

Le indagini avevano nel mirino le truffe ai fondi comunitari per pascoli e agricoltura, combattute dal protocollo Antoci, ideato dallo stesso Giuseppe Antoci che, dopo essere sfuggito a un attentato, era presente in aula, al Tribunale di Patti, per la sentenza.

“E’ un momento importante. Abbiamo fatto quello che andava fatto, abbiamo superato il silenzio e abbiamo fatto capire che i fondi europei dovevano andare solo alle persone per bene e non ai capimafia”, ha dichiarato Antoci dopo la sentenza.

Visibilmente commosso ha aggiunto: “Mi passano per la mente tante cose. Tanti momenti difficili: 8 anni di sacrifici, miei e della mia famiglia. E oggi vinciamo tutti, vincono anche le mie figlie. Una sentenza importante che dà dignità al territorio. La magistratura ha dato prova di grande efficienza, ha portato a termine uno dei più grandi maxiprocessi e deve essere un segnale per i cittadini. Deve partire un messaggio di fiducia nei confronti dello Stato. Il protagonista è stato il silenzio, sono tante le persone che non hanno fatto il loro dovere”.

La camera di consiglio era iniziata lunedì scorso e ha discusso la sorte di 101 imputati per cui in totale erano stati chiesti oltre mille anni di carcere.

Il commento del presidente del Parco dei Nebrodi, Domenico Barbuzza: “Il desiderio ora è di veder riconosciuto questo territorio come fucina di operosità’ e collaborazione con l’Ente, guida del comprensorio: la ripartenza che vogliamo vede al primo posto la tutela dei valori naturali dell’area protetta”.