
“Il web – aggiunge l’eurodeputata – ogni giorno alza l’asticella del livello di attenzione e impegno che noi genitori, la scuola e le istituzioni dobbiamo impiegare per evitare il ripetersi di eventi tragici, come la morte della bambina di 10 anni avvenuta alcuni giorni fa a Palermo. Quest’ultimo caso di cronaca ci suggerisce, se ancora ce ne fosse bisogno, che i pericoli non riguardano solo gli adolescenti, per i quali la scuola prevede già una serie di valide iniziative, ma sono in agguato anche per i più piccoli, perché è sempre più bassa l’età in cui a un bambino viene dato in mano un dispositivo elettronico. E se non sono i social, a insidiarli, ci pensano i giochi online condivisi, dove possono entrare in contatto con chiunque da qualsiasi parte del mondo. Per questo è necessario che anche la Regione Siciliana riesca a dotarsi di una legge che possa incentivare iniziative educative e di prevenzione nelle scuole elementari, coinvolgendo esperti, tecnici informatici, psicologi e rappresentanti delle forze dell’ordine e soprattutto le famiglie, attraverso interventi strutturati nell’offerta formativa.”.
Nei giorni scorsi, l’eurodeputata siciliana è intervenuta in commissione Libe (Libertà civili, giustizia e affari interni) proprio sull’esigenza immediata di garantire la sicurezza dei minori sul web, e in generale nel mondo digitale, dotandosi di testi normativi idonei a prevenire altre morti ingiustificate, nonché di proteggere i bambini dal fenomeno dell’adescamento diretto all’abuso e allo sfruttamento sessuale: “Ho chiesto a nome del gruppo Identità e democrazia e della Lega di concludere urgentemente i negoziati sulla deroga alla direttiva e-privacy, che consentirà di riprendere le attività di rilevamento e contrasto all’adescamento di minori sul web. Dal 21 dicembre ad oggi, senza deroga, vi è stato un calo drastico delle segnalazioni in Europa, – 46%, calo che ci preoccupa perché si tratta di minori in potenziale pericolo, migliaia di casi che rimangono sommersi. Non ci può essere spazio per l’impunità, tutti noi abbiamo un obbligo, una responsabilità, non soltanto morale, ma anche giuridica, di proteggere i nostri figli”.