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I 66 Sindaci rappresentanti di altrettanti Comuni della Città Metropolitana di Messina chiedono un incontro urgente alle autorità in indirizzo per evidenziare le problematiche del nostro territorio di fatto escluso dalle strategie operative inserite all’interno del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza recentemente approvato dal Consiglio dei Ministri.
I Sindaci ritengono che, con una tale prospettiva, la zona tirrenico nebroidea verrebbe condannata alla marginalità e da qualsivoglia orizzonte di sviluppo economico.Il testo integrale:Preg.mo Prof. Mario DraghiPresidente del Consiglio dei MinistriOn.Maria Rosaria CarfagnaMinistro per il Sud e la Coesione territorialeAi Gruppi ParlamentariAi Presidenti di CommissioneOn. Nello MusumeciPresidente Regione SicilianaOn. Marco ZambutoAssessore regionale delle autonomie localiOn. Leoluca OrlandoPresidente Anci SicilianaI sottoscritti sindaci del comprensorio tirrenico-nebroideo, riuniti a Capo d’Orlando il27/04/2021, hanno preso atto del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza approvato dalGoverno e validato dal voto amplissimo del Parlamento.Il cosiddetto Recovery Plan, disegna le misure che dovranno dare attuazione in Italia alprogramma Next Generation EU, prevede investimenti per complessivi 222,1 miliardi dicui 191,5 miliardi previsti dal Recovery and Resilience Facility e 30 miliardi del FondoComplementare, stanziato con l’obiettivo di attuare tutte le riforme proposte e ritenutevalide.I Sindaci ritengono che il Recovery Plan sia un’opportunità unica ed imperdibile, dopola grave crisi legata alla pandemia, per rendere più forte la pubblica amministrazione, ilsistema produttivo, qualificare e potenziare le infrastrutture di servizio al territorio,intensificare la lotta alla povertà, all’esclusione sociale e alle disuguaglianze.Al tempo stesso, si denuncia il colpevole silenzio dei parlamentari messinesi che hannovotato a favore del piano senza tenere conto degli interessi del territorio provinciale chepare condannato alla marginalità. Né sembrano rispettati i criteri di distribuzione dellerisorse basati su Pil, popolazione e disoccupazione, criteri che avrebbero dovutoassegnare al Sud Italia il 60% dei fondi del Recovery Plan e che invece, ha vistodrasticamente ridotta questa percentuale al 40%.Non è ben chiaro quante risorse siano destinate alla Provincia di Messina, ma è evidenteche questa occasione è pienamente da sfruttare per il nostro territorio che paga unevidente deficit infrastrutturale oltre che un grave ritardo nel settore della innovazione edella modernizzazione a tutti i livelli.C’è un divario piuttosto ampio da colmare e devono essere messi in campo tutti gli sforzi
possibili per riparare i danni economici e sociali della crisi pandemica e per recuperare ledebolezze strutturali del nostro territorio.Si evidenzia, in particolare, la peculiarità turistica del territorio messinese, prima pernumero di posti letto in Sicilia e principale destinazione da parte di visitatori italiani estranieri. Le condizioni dello sviluppo turistico, però, devono essere assecondate con unaserie di servizi e collegamenti viari, ferroviari e portuali che favoriscano ilraggiungimento e la percorribilità di questo territorio da terra e da mare.Si pensi alla necessità del completamento del raddoppio ferroviario Messina-Palermonella tratta di 80 chilometri Patti-Castelbuono e che avrebbe indubbi benefici al fine divelocizzare i collegamenti e rilanciare l’economia, oltre che avere ricadute positive dalpunto di vista ambientale e, in generale, per migliorare la qualità della vita dei cittadini.Una rete di infrastrutture viaria moderna e funzionale, poi, necessaria anche per icollegamenti con gli aeroporti ed il sistema della portualità turistico – commercialedell’Area Nebroidea non può prescindere dal completamento delle intervallive giàavviate come la Patti-Taormina (con i primi due lotti già realizzati), la Ponte Naso-Sinagra-Randazzo, la Nord-Sud Santo Stefano di Camastra – Gela, tutte arteriestrategiche in termini di sviluppo del turismo e dell’economia delle zone di montagna.Senza dimenticare la Rocca di Capri Leone – Tortorici – Randazzo – Catania checonsentirà un collegamento veloce fra l’area Circumetnea e il versante nord dei Nebrodicon l’autostrada Messina Palermo, e permetterà di raggiungere l’aeroporto di Catania inmeno di 45 minuti. Di quest’opera esiste uno studio di fattibilità commissionato dalComune di Tortorici e realizzato dall’Anas. Per redigere la progettazione esecutiva e’stato sottoscritto un accordo di programma quadro tra la Regione Siciliana e l’Anas.Inoltre, si rammenta che il Decreto Dirigenziale n°326/DG/2019/del 13 Settembre 2019del Consorzio Autostrade Siciliane riguarda il “Progetto per la realizzazione dellosvincolo Autostradale di Monforte S. Giorgio” sull’autostrada A/20 Messina – Palermo”.Si tratta di un’opera di vitale importanza strategica per la sicurezza e la viabilità dell’areadi riferimento, oltre che un potenziale volano di sviluppo per il tessuto socio-economico-turistico e produttivo dell’intero territorio compreso tra Milazzo e RomettaMarea.In considerazione di ciò, vi è la necessità di approfondire le linee di intervento contenutenelle macro-aree del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e, per questo, i Sindacichiedono un immediato confronto con il governo nazionale e con la cabina di regiaindividuata dal Presidente del Consiglio dei Ministri con il compito di coordinare everificare l’avanzamento del piano.I Sindaci chiedono, altresì, di rideterminare la perimetrazione ed i criteri diindividuazione delle aree ZES includendo il territorio delle aree tirrenico nebroidee -
compreso tra le zone portuali di Capo d’Orlando, Sant’Agata Militello e Santo Stefanodi Camastra consentendo, così, di poter offrire condizioni di fiscalità di vantaggio adipotesi di sviluppo ed investimenti privati.C’è l’obbligo morale, politico e sociale di dare voce alle istanze del territorio tirreniconebroideo e i sindaci, autentici rappresentanti delle comunità, non possono e nonvogliono rimanere in silenzio di fronte all’ennesimo affronto.Non è possibile restare inermi davanti ad una simile distrazione di risorse, anche perchéle stesse sarebbero state ugualmente trasferite nei successivi anni alle regioni del Sud equindi anche alla Sicilia. Non si capisce, poi, con quale criterio dapprima si delimitino lec.d. Aree Interne e poi si disconoscano con scelte strutturali che le mortificano.I Sindaci, con il presente documento, mettono in mora i parlamentari nazionali del sudItalia e della regione Siciliana e annunciano forme eclatanti di protesta in mancanza dirisposte immediate.F.to I Sindaci di:Capo d’Orlando, Patti, Sant’Agata Militello, Acquedolci, Alcara Li Fusi, Antillo,Basicò, Brolo, Capri Leone, Capizzi, Caronia, Castel di Lucio, Castell’Umberto,Castelmola, Castroreale, Cesarò, Falcone, Ficarra, Floresta, Forza d’Agrò,Francavilla di Sicilia, Frazzanò, Furnari, Galati Mamertino, Gallodoro, Librizzi,Limina, Longi, Malvagna, Mandanici, Mazzarrà Sant’Andrea, MilitelloRosmarino, Mirto, Moio Alcantara, Monforte San Giorgio, Montagnareale,Montalbano Elicona, Motta d’Affermo, Pagliara, Nizza di Sicilia, Naso, Novara diSicilia, Oliveri, Pettineo, Piraino, Raccuia, Reitano, Roccella Valdemone,Roccalumera, Rodì Milici, San Fratello, San Piero Patti, San Salvatore di Fitalia,San Marco d’Alunzio, San Teodoro, Santa Teresa Riva, Sant’Angelo di Brolo,Santo Stefano di Camastra, Saponara, Sinagra, Torrenova, Tripi, Tusa, Ucria,Valdina, Villafranca Tirrena.