Un’agenda di 9 punti per riformare il Testo unico degli enti locali. Ripartirà da qui il processo di riscrittura del Tuel avviato dal governo Conte e divenuto una delle richieste più urgenti poste da comuni e province al premier incaricato Mario Draghi. La necessità di un «tagliando» alle regole di governo delle autonomie è divenuta in questi mesi sempre più evidente. Non solo per riscrivere con più certezza lo status giuridico degli amministratori, e quindi anche i confini delle responsabilità, (urgenza sollevata da 3.721 sindaci firmatari dell’appello a governo e parlamento dopo la condanna della sindaca di Torino Chiara Appendino), ma anche per abbattere la burocrazia inutile che rischia di compromettere la «messa a terra» degli investimenti finanziati con il Recovery plan.
Ecco perché, un volta insediato, il governo Draghi non potrà non ripartire dal lavoro della commissione di riforma presso il ministero dell’interno coordinata dall’ex presidente del Consiglio di stato Alessandro Pajno e dal sottosegretario al Viminale, Achille Variati. Il lavoro della commissione ha prodotto un’agenda in nove punti pronta per essere tradotta in una legge delega da portare al parlamento nell’arco di 60-90 giorni. In modo che la nuova Carta delle autonomie possa vedere la luce con decreto legislativo entro 12-15 mesi e comunque entro l’orizzonte temporale della legislatura in corso. Le norme più urgenti (quelle sulla governance e sul sistema elettorale delle province) potrebbero essere anticipate con decreto legge. I punti: Funzioni Fondamentali; Autonomia statutaria e regolamentare; Organi di governo e sistemi elettorali; Status giuridico degli amministratori; Organizzazione degli uffici, dirigenza e segretari; Servizi pubblici locali; Tributi; Garanzie e semplificazioni sui controlli