Come previsto, il Consiglio dei ministri ha deliberato l’impugnativa della riforma siciliana delle province: la legge regionale 15 del 4 agosto 2015, “Disposizioni in materia di liberi Consorzi comunali e Citta’ metropolitane”. Ma continua la trattativa tra Stato e Regione per definire un testo condiviso, allo scopo di contenere gli effetti della censura. Pur prendendo atto della lettera del presidente della Regione siciliana Rosario Crocetta, con la quale si impegna ad apportare alcune modifiche alla legge, spiega il Cdm, e’ stata deliberata l’impugnativa, in quanto talune disposizioni sono in contrasto con la legge Delrio, la 56/2014, “quale legge di grande riforma economica e sociale”. In caso di approvazione di una nuova normativa da parte dell’Assemblea regionale siciliana, “che vada nel senso dei rilievi contenuti nell’impugnazione”, viene spiegato, confermando il senso del serrato negoziato in corso, il governo valutera’ l’opportunita’ di ritirare il ricorso. L’esito era atteso. E’ in corso da settimane, infatti, un tavolo tecnico Stato-Regione. L’assessore all’Autonomie locali Giovanni Pistorio aveva definito “inevitabile” l’impugnativa, aprendo a modifiche, ma annunciando anche l’intenzione di resistere su alcune questioni. Tra i punti critici della normativa regionale, l’assenza del voto ponderato, che pesa il consenso per i vertici della citta’ metropolitane e dei liberi consorzi in base al numero degli abitanti; e la mancata indicazione della coincidenza del sindaco metropolitano con il primo cittadino del capoluogo di Palermo, Catania e Messina.
(AGI) .