Regione Sicilia: Accorato appello dei 5000 lavoratori Asu All’ Assessore Miccichè ” E’ tempo di soluzioni”

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Appello degli ASU all’assessore Miccichè On. Assessore Miccichè, a nome di oltre 5000 lavoratori socialmente utili, 5000 famiglie, rivolgiamo a lei un appello disperato. Facendo una breve premessa, come lei sa, da circa 20 anni, grazie alle politiche attive del lavoro dello Stato Italiano, sono stati avviati migliaia di soggetti in attività i socialmente utili. Tutto ciò per un periodo massimo di 12 mesi con l’obiettivo di qualificare o riqualificare i soggetti da inserire nel mondo del lavoro. In Sicilia, inizialmente, questi lavoratori furono utilizzati dalla Regione stessa, dagli Enti Locali, dalle ASP, da altri Enti controllati o partecipati dalla Regione, nonché cooperative e parrocchie, tutti in progetti specifici nell’ambito dei settori previsti dalla legge e per 12 mesi. Dopo arrivarono le proroghe e i lavoratori iniziarono a essere utilizzati in tutti gli ambiti della Pubblica Amministrazione e non, creando, dal loro punto di vista, le naturali aspettative di lavoro, non nuove in Sicilia come iter d’assunzione, mentre dalla parte degli Enti il modo per gestire meglio i sempre più blandi Bilanci interni e dare ugualmente servizi. Oggi, come da molti anni, questi lavoratori sono organici agli Enti, dove prestano il proprio servizio, che svolgono con indiscutibile professionalità e dimostrata responsabilità; servizio che va dall’istruttore contabile, all’istruttore tecnico, all’ istruttore amministrativo o addetto alla manutenzione, alla gestione verde pubblico, ai servizi cimiteriali, ecc…; insomma, sono utilizzati in tutti i servizi della P.A., direttamente o con l’interposizione delle cooperative. Tutto ciò contravvenendo alle leggi europee, di cui tanto le nostre Istituzioni si vantano di far parte, e italiane. A tal proposito ricordiamo che ai sensi della Direttiva comunitaria 70/1999 che, considerato che la quasi totalità dei lavoratori LSU sono stati negli anni ordinariamente impiegati per lo svolgimento di normali attività aziendali o di ufficio, al pari degli altri lavoratori a tempo indeterminato,per la Corte di Giustizia Europea hanno diritto a ottenere, fra l’altro, il riconoscimento del rapporto di lavoro a tutti gli effetti di legge. Ricordiamo ancora che tale direttiva è stata recepita dallo Stato italiano già nel 2001 con il D.lgs 368/2001 che fra le altre cose sancì un parametro fondamentale: qualora per effetto di successione di contratti a termine per lo svolgimento di mansioni equivalenti il rapporto di lavoro fra lo stesso datore di lavoro e lo stesso lavoratore abbia complessivamente superato i trentasei mesi comprensivi di proroghe e rinnovi, indipendentemente dai periodi di interruzione che intercorrono tra un contratto e l’altro, il rapporto di lavoro si considera a tempo indeterminato! Assessore Miccichè, 36 mesi sono passati! A parte l’indiscutibile illegittimità, far vivere queste famiglie ai limiti della povertà assoluta, solo 580,00 € al mese circa e con ritardi nei pagamenti che spesso sfiorano i 4 mesi, per la “sola colpa di svolgere il loro lavoro per le istituzioni ed avere creduto nel sistema”, ci sembra davvero assurdo ed indegno di un paese civile, oltre che ai limiti della violazione dei diritti dell’uomo. Assessore, fatta questa breve premessa, abbiamo constatato che Lei ha dotato il suo staff di esperti del lavoro per dare soluzione a questo scandalo, che si protrae da decenni ed inoltre oggi c’è la precisa volontà del Governo nazionale di stabilizzare e mettere fine una volta per tutti al precariato. E’ tempo di soluzioni! Soluzioni che non sono arrivate in 10 mesi dal suo insediamento. Soluzioni che reclamano tempestività! Sarebbe inaccettabile che Lei utilizzasse le risorse dei contribuenti per nulla. Le ricordiamo che siamo nel bacino unico del precariato insieme ai “contrattisti” e come per loro anche per noi impegnati in attività socialmente utile si deve trovare la giusta soluzione, sia essa il contenitore di cui tanto si parla ora, cioè la Resais, o altro. On. Miccichè, ascolti questo accorato appello: lei ha tutte le condizioni per passare alla storia come l’uomo che ha chiuso una delle più brutte piaghe sociali che ha vissuto la Sicilia, collaborando con i cittadini che rappresenta, ma ha poco tempo per farlo!!! Lo faccia! Perdere ciò che è diventato la nostra ragione di vita, non lo possiamo nemmeno ipotizzare. Il lavoro è vita! 5000 persone, 5000 famiglie pronte a riconoscere il suo lavoro, ma anche a lottare a scendere in piazza in ogni luogo e con ogni mezzo! CSA – ASS. ASU SICILIA MARIO MINGRINO – VITO SARDO (Coordinatori) ASSOCIAZIONE ASU SICILIA IL COORDINAMENTO REGIONALE