Sicilia: rischio crac, missione a Palazzo Chigi per piano rientro

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Continua febbrile l’interlocuzione tra la Regione siciliana e il governo nazionale per evitare il crac dei conti dopo l’impugnativa del commissario dello Stato che ha demolito la legge di stabilita’ dell’Isola. Tra le conseguenze gli stipendi dei dipendenti della galassia regionale non pagati e soprattutto l’allarme lanciato ieri da Rosario Crocetta circa il rischio licenziamento per 26.000 lavoratori di enti, consorzi, societa’ collegate, forestali, realta’ culturali e sportive. L’assessore all’Economia Luca Bianchi anche oggi e’ a Roma, a fare da spola tra i ministeri degli Affari regionali e all’Economia, in vista dell’incontro di domani a Palazzo Chigi, con tutta probabilita’ con il vice premier Angelino Alfano, davanti al quale il presidente e il suo assessore si presenteranno con un ‘piano di rientro’ per ottenere il necessario sostegno. Il governatore, sempre piu’ isolato in Sicilia, proprio da Alfano e dal renziano Davide Faraone, ha cercato una sponda per pilotare la crisi dei conti verso una soluzione ed evitare quello che ha indicato come “un disastro sociale senza precedenti”. Uno scenario che ha gia’ acceso le piazza: oggi nuovi cortei dei precari, presidi davanti ai palazzi della politica regionale e assemblee nei luoghi di lavoro, in vista dello sciopero dei regionali del 4 febbraio. Il nodo e’ rappresentato dall’enorme mole di 15 miliardi di residui attivi, posti tra le entrate, ma di cui oltre 3 miliardi sono ritenuti inesigibili e a garanzia dei quali il commissario dello Stato ha dovuto bloccare circa 570 milioni destinati dalla finanziaria a pagare stipendi e servizi ,collocandoli in un fondo indisponibile.
Bianchi e Crocetta tentano cosi’ con il governo la strada della rateizzazione quindicennale per colmare quella voragine e, se necessario, una legge nazionale che offra un paracadute finanziario ai conti della Regione. Una complessa manovra, dagli esiti non scontati, con l’effetto immediato di far slittare la manovra correttiva. Intanto, la temperatura della piazza continua a salire. (AGI) .